Analisi e riflessioni dopo H.Verona-Chievo 0-1

Signori, in merito alla partita di ieri, verrò subito al dunque. Ok le attenuanti che si riferiscono al rigore non dato a Toni, al gol in fuorigioco di Paloschi, al terreno infame del Bentegodi e all’infermeria piena, ma ciò che non ha convinto ancora una volta la maggior parte dei tifosi del Verona, è l’atteggiamento della squadra in campo.

I presupposti per fare bene c’erano tutti. A cominciare dall’accoglienza che la straordinaria tifoseria gialloblù ha riservato al pullman dei suoi beniamini mentre faceva il suo ingresso allo stadio. Solo da quel caloroso “benvenuto”, ai giocatori sarebbe dovuta salire l’adrenalina a 1000 e non fare bene, ma benissimo. Poi puoi anche perdere. Ci sta. Ma nessuno avrebbe detto niente se si fosse visto da parte degli interpreti, tanto cuore e tanta grinta. Dopo il successo di Udine ci si aspettava senz’altro una prestazione diversa. E meno male che dopo la vittoria al Friuli, la gara era stata preparata bene e con tranquillità!

Ai più, nel derby o stracittadina che dir si voglia, presentato come “un match speciale”, è sembrato di vedere quell’Hellas materializzatosi dopo lo scorso e ormai lontano 4 ottobre (1-0 al Cagliari). Svogliato, impreciso, senza una ben definita identità, con poco gioco, poca fantasia e poca grinta. Dispiace affermare sempre le solite considerazioni ma in esse si riassume ciò che è trapelato al termine dell’incontro con i clivensi.

Insomma, ci si aspettava qualcosa in più, perché la sensazione è stata quella di non aver messo in campo il 100%. Ciò che invece pare che abbia manifestato il mediocre Chievo, a cui è bastato un pizzico di grinta e di voglia maggiore, per ritagliarsi quel briciolo di fortuna che gli ha consentito di vincere il 5° derby in Serie A.

Di fronte a questo scenario, ognuno si prenda le proprie responsabilità. Dalla società che dovrà rimettere mano al portafoglio per rimpinguare una rosa più competitiva, rimediando così agli errori estivi, ai giocatori che dovranno davvero “sporcarsi” per raggiungere l’obiettivo minimo. In mezzo poi c’è il mister. Mandorlini in questa stagione, sembra non ritrovare più il “suo” Hellas che dai tempi della Lega Pro, indipendentemente dai risultati, comunque aveva un’impronta chiara. Mai come in questo torneo infatti, il Verona che ha sempre rispecchiato il carattere ed il gioco del proprio allenatore, proprio non riesce ad esprimersi come ha sempre fatto in passato.

Il popolo dell’Hellas non passerà un bellissimo Natale, ma la sua speranza è quella di vedere con l’anno nuovo, una squadra all’altezza delle aspettative già dalla prossima sfida di Empoli.

Andrea Faedda
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