Riflessioni e approfondimenti dopo la gara persa al Bentegodi contro la Fiorentina per 1-2FOTO FRANCESCO GRIGOLINI-FOTOEXPRESS

Siamo alle solite ormai. E’ dall’inizio del campionato che il Verona continua a presentare gli stessi difetti. E le carenze si sono evidenziate maggiormente soprattutto in queste ultime uscite. Non si vince da quasi due mesi, ma la classifica va ancora bene per quel che sono gli obiettivi. Però ciò che preoccupa è il gioco e la mancanza d’identità della squadra gialloblù e i suoi improvvisi black-out della serie… “paura di vincere”. Il timore più grande è che questi problemi, se non risolti presto, alla fin fine possano trascinare l’Hellas sull’orlo della zona calda da cui poi sarebbe difficile uscirne.

Anche ieri contro la Fiorentina, la sconfitta la si deve a quell’incomprensibile atteggiamento assunto dai giocatori di Mandorlini all’inizio della ripresa fino al minuto (62’) che ha decretato il gol del successo viola. Da quel momento il Verona ha ripreso a giocare, ma raggiungere il nuovo pari è stato vano.

E dunque fioccano le domande. Perché smettere di giocare e rintanarsi nei propri 16 metri? Perché continuare a fare quelle inutili barricate che comportano prima o dopo la capitolazione? Perché bisogna sempre rincorrere? E perché questa mancanza di coraggio e la paura ad osare?

Il match era partito benissimo. L’aggressività era giusta ed i grattacapi li stavano avendo i ragazzi di Montella. L’uscita di Obbadi aveva scombinato i progetti gialloblù, ma la gara era stata rimessa in piedi. L’incrocio dei pali di Toni e poi il gol di Nico Lopez, avevano fatto intendere che nel 2° tempo gli scaligeri avrebbero detto la loro. Ed invece? Ecco l’inconcepibile “tutti dietro” con la scarsa aggressività sui portatori di palla ospiti e con le poche possibilità di ripartire.

L’assurdo imbottigliamento ha resistito solo 17 minuti. E quanta fatica dopo per riacciuffare un pari che tra l’altro non si è ottenuto! Troppo poco il missile di Tachtsidis (67’) che meritava ben altra sorte, così come l’incornata di Lazaros al 73’. I soli lanci lunghi per Toni non hanno pagato e non stanno pagando. Ci vogliono più fraseggi e più palla a terra. Ovvero quel gioco ragionato (e dimenticato) che tempo fa fece le fortune gialloblù. Inoltre alcuni ingressi eclatanti, andrebbero senz’altro fatti prima se non addirittura dall’inizio. Di certo mancano gli interpreti giusti e qualcosina è stata sbagliata in estate. Ed allora a chi dare le colpe? Forse è meglio distribuirle un po’ a tutti, ma è necessario porre rimedio prima che sia troppo tardi a ciò che ora appare come una limitatezza radicata.

Andrea Faedda
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