L’ex team manager del Verona, Matteo Mascetti, figlio del grande “Ciccio”, racconta la sua esperienza in gialloblù e parla dell’Hellas attuale.

Figlio d’arte Matteo Mascetti. Suo papà, il grande Emiliano, anzi “Ciccio” rimarrà uno degli indimenticabili pilastri gialloblù. Sia per ciò che diede da atleta e sia per quel tricolore che riuscì a costruire da direttore sportivo con Bagnoli. Matteo ricalca le orme paterne e da giugno 2014 è diventato anch’egli ds, con il radar sempre acceso in attesa di un club. Da giugno 2001 fino a gennaio 2008 fu team manager del Verona. L'abbiamo intervistato in esclusiva.

Ciao Matteo, che ricordi hai di quel periodo in terra scaligera? «Buongiorno Andrea e a tutta la redazione. Di quel periodo ho splendidi ricordi, soprattutto le tanti stagioni dell'era Pastorello, un po' meno belli invece quelli della mia ultima stagione, quella del primo anno di Lega Pro sotto la presidenza Arvedi. È stata una bella palestra l'Hellas, una scuola di vita e lavoro che ricordo sempre con nostalgia».

Che differenze trovi tra l'organizzazione societaria del “tuo” Verona con quella attuale? «Sai, io l'organizzazione societaria attuale la conosco soltanto da umile spettatore, non posso permettermi di fare confronti. Della governance Pastorello invece posso solo dire che era impeccabile sia a livello gestionale che organizzativo. Grande rispetto dei ruoli, presidente di carisma, collaboratori validissimi. Lo dimostra il fatto che i vari Spiazzi, Marzola, Fraccaroli e Manfrin siano le vere colonne storiche tuttora. Suppongo però, vedendo quello che Setti sta offrendo alla piazza, che le disponibilità siano molto maggiori, grazie anche alla massima categoria e ai lauti introiti dei diritti tv della Serie A».

Ciò che dici sulla gestione Pastorello può far discutere e va controcorrente ai risultati sportivi ottenuti proprio nel suo ultimo periodo. Come spieghi una tale discrepanza? «Mi trovi in disaccordo, Andrea. Con Pastorello si sono visti in riva all'Adige fior di giocatori e, scusami, mai la Lega Pro. Chi è venuto dopo, attuali esclusi, non mi pare abbia vinto la Champions. Ricordiamo oltretutto una cosa importante. Pastorello viveva col calcio e non era a capo di un'azienda che ripianasse ogni buco di bilancio. La retrocessione in B ridimensionò tutto e le gestioni fatte col 60% di introiti televisivi diventarono solo un ricordo e certe cessioni divennero inevitabili per la sopravvivenza in cadetteria».

Com'è nata la decisione di "cambiare pelle" in direttore sportivo?«E’ una decisione che si è alimentata naturalmente come normale evoluzione del ruolo. E così, nel corso dell'ultima stagione come consulente del Dott. Toccafondi , è maturata la possibilità di acquisire l'abilitazione a Coverciano e l'ho colta al volo».

Un giudizio sul mercato del Verona. «Il direttore Sogliano sa il fatto suo. Credo lo abbia dimostrato ampiamente lo scorso anno e nelle sue precedenti esperienze. Ha prodotto utili e bel gioco, ripetersi per lui non sarà facile, ma ci riuscirà senz'altro».

L'anno scorso l'Hellas si è piazzato 10° con 54 punti. Dove potrà arrivare in questa stagione? «Ripetersi, come ti dicevo, equivarrebbe a un ottimo campionato. Credo che per fantasticare però sia necessario aspettare la salvezza raggiunta e la certezza di aver mantenuto la categoria».

Qualche parola su Mandorlini. Che pensi del mister e del suo modo di far giocare la squadra? «Il mister è abilissimo nel far fruttare al massimo ciò che la società gli mette a disposizione. Il suo sistema di gioco garantisce spettacolo e spregiudicatezza , quello che vogliamo vedere per divertirci. Se Dio gli conserva Toni e le mancanze di Iturbe e Jorginho verranno colmate, sarà un altra stagione con Mandorlini sugli allori».

Lo scorso torneo le anime imprescindibili dell'Hellas sono stati Toni, Romulo e Iturbe. Quest'anno chi potrà essere il grande protagonista? «Hai scordato Rafael, un ragazzo straordinario che ha saputo aspettare l'occasione giusta per il palcoscenico a lui consono. Io credo che quest'anno Marquez e Lazaros faranno bene e sono curioso di gustarmi Saviola, che affianco a Toni potrebbe essere una gioia per gli occhi».

Un pronostico per H.Verona-Palermo di lunedì prossimo. «Pronostico? Sono talmente scaramantico che fatico persino a pensarlo. Dico solo che al Bentegodi è davvero dura per tutti».

Andrea Faedda
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