L’analisi dopo il match pareggiato al “Dino Manuzzi”

Gira e rigira quel tanto agognato punticino è arrivato anche ieri in quel di Cesena. E fin qui tutto bene. Bisogna guardare al sodo, muovere la classifica e arrivare il prima possibile a quota 40. Al termine del calendario d’andata mancano ancora 9 gare per cui rimangono 27 punti in palio. Si spera quindi che l’Hellas ne conquisti almeno altri 7 che sommati ai 13 attuali, lo porterebbe a metà dell’opera al girone di boa. Il distacco attuale di 6 punti dalla zona calda è abbastanza considerevole per cui al momento si viaggia in acque tranquille.

Ciò che continua a difettare nella squadra gialloblù però è il gioco (connesso poi alla manovra offensiva) e le amnesie difensive. Urge correre immediatamente ai ripari se non si vuole che dal mare quieto, ci si ritrovi in quello agitato. Lì si rischierebbe.

Rispetto alla gara contro la Lazio, mister Mandorlini ha cambiato ben 6 giocatori. Via al giusto turn over, dunque. Anche perché molti elementi dovevano rifiatare. Il problema però è che pur cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. Le carenze rimangono. Il Verona di Cesena ha accusato le stesse evanescenze offensive e lacune difensive, rilevate già in alcune delle altre precedenti sfide. Le deconcentrazioni del pacchetto arretrato seguitano a fruttare regali su regali agli avversari che sembrano non aspettare altro per castigare i gialloblù appena ne hanno l’occasione. Incertezze anche nel gioco, troppo frammentato e impreciso con tante palle lunghe. Insomma, indipendentemente dagli interpreti si fatica ancora a trovare la propria identità. Qualche motivo? Senz’altro la mancata amalgama dei nuovi 17 innesti arrivati in estate quasi tutti di nazionalità diversa. Ma se l’affiatamento in campo rimane da assimilare, ciò che non manca al gruppo di certo è la propria coesione a livello di spogliatoio e caratteriale. Ancora una volta infatti, a salvare l’Hellas è stato il suo orgoglio e la voglia di non mollare mai. Nella ripresa, questo spirito determinato ha sopperito pure alla forzata inferiorità numerica che gli scaligeri hanno dovuto sopportare ed il pareggio raggiunto è stato un meritatissimo premio.

Andrea Faedda
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