L’analisi dopo il match pareggiato 1-1 contro la Lazio al Bentegodi

Al momento siamo così. C’è poco da dire. L’Hellas sceso in campo ieri contro la Lazio, ha pensato più a muovere la classifica che al bel gioco. Ed il punticino è stato conquistato. Si veniva da due pesanti ko consecutivi ad opera di due big e non si può affermare che la Lazio non appartenga a quelle alte sfere. Un Verona guardingo e attento a non scoprirsi più di tanto, ha preferito la manovra compassata che l’offensiva sbarazzina e coraggiosa.

Dalle due gare precedenti, ciò che ha evidenziato maggiormente è stata una bella reazione psicologica, tramutatasi in una leggera supremazia territoriale, rispetto al ben più quotato avversario. Ma di occasioni vere: neanche una.

Chissà che le cose non si sarebbero messe meglio nella ripresa, se al termine dei primi 45’ non si fosse materializzato il solito errore difensivo che di questi tempi sta diventando… un abbonamento da disdire immediatamente!

Così, Lazio in vantaggio e Verona a rincorrere.

Nell’intervallo Mandorlini ha dovuto far fronte a due cambi forzati e i suoi uomini hanno cercato ugualmente di cambiare passo, mostrando il loro solito carattere, tirando fuori l’orgoglio e la voglia di non mollare mai. Si procurano un paio di opportunità con Toni, ma l’intensità non è alta. Ciò che non va è la costruzione. Tante imprecisioni, troppi lanci lunghi e poche azioni palla a terra. Inoltre manca l’imprevedibilità. L’unico veramente da applausi è Hallfredsson.

Ma guardiamo al sodo: la conquista di quel meritato 12° punto in classifica è arrivata lo stesso. Da una verticalizzazione di Tachtsidis, Cavanda ha trattenuto Gomez quel tanto che bastava per accordare ai veneti il penalty trasformato da Toni. Verona pareggia e Lazio in 10 a 20’ dalla fine.

E qui si apre un altro capitolo. Dal sapore un po’ amaro. L’Hellas che in superiorità numerica dovrebbe lanciarsi alla ricerca dei 3 punti, ha scarse idee ed in attacco stenta. Insomma, si demarca sempre la medesima fatica a creare pericoli.

D'altronde l’ha detto anche il mister a fine gara: «Il Verona dello scorso anno non c’è più. Ora c’è questo. E ha bisogno di tempo per trovarsi ed esprimersi al meglio».

Per cui... se gira in questa maniera, smettiamo di farci illusioni d’altro genere. Teniamoci stretto ‘sto punto, la classifica tranquilla e pensiamo solo a salvarci quanto prima. Di questi tempi non si può pretendere di più.

Andrea Faedda
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