 Due disattenzioni difensive condannano l’Hellas a Marassi, contro un Genoa cinico e spietato che ha sfruttato gli unici errori concessi dai gialloblù in tutta la gara. Per il resto si può dire che in campo c’è stato molto equilibrio e che il Verona nel 1° tempo, pur mettendo in mostra più brillantezza nei palleggi, è stato poco incisivo. Scaligeri schierati col consueto 4-3-3. In difesa Gonzalez è stato preferito a Moras, mentre in attacco, Iturbe ha vinto il ballottaggio con Martinho e si è affiancato a Jankovic e Toni. L’Hellas fraseggia bene, effettua passaggi veloci e a tratti sembra persino prendere il sopravvento sugli avversari. Alla mezzora, però arriva la frittata. Calcio d’angolo battuto dalla sinistra, incornata di Portanova lasciato colpevolmente solo al centro dell’area e palla nel sacco. I veneti provano a scuotersi ma manca la cattiveria giusta per creare pericoli. Dopo 6’ arriva il raddoppio ligure. Matuzalem lancia Kucka in area, Cacciatore si fa rubare il tempo dal genoano che di testa realizza il bis. La ripresa è stata a senso unico, gli uomini di Mandorlini evidenziano personalità e gioco ma non riescono a riaprire la partita. Neppure gli ingressi di Cacia e Martinho servono a molto: l’attacco rimane evanescente. A complicare le cose ci si mette pure la sfortuna: all’80’ Toni ha la palla per riaprire l’incontro, ma la sua inzuccata coglie il palo. Un ko amaro che deve far riflettere. Il Verona per certi versi, forse, deve ancora maturare e credere maggiormente di potersi imporre anche in campi ostici. Contro la banda-Gasperini, per niente superiore, almeno un punto lo si poteva tranquillamente ottenere. Occorre ripartire dalla voglia mostrata nel 2° tempo. È necessario mantenere la calma e lavorare con serenità per correggere gli errori in vista del prossimo impegno. Domenica ci sarà la sosta, ma la settimana successiva, è in programma il derby contro il Chievo. Un appuntamento da non fallire. Andrea Faedda,
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