Sarebbe paradossale in un derby affermare che una squadra “regali” la partita alla sua rivale. Ma è anche vero però che nella città scaligera sono in molti a sostenere che tra Verona e Chievo di antagonismo ce ne sia poco o nulla. E allora? Che prevalga pure il clima del “volemose ben” e che la formazione più titolata dia pure una mano alla meno fortunata concittadina.

Eh sì, il Verona (fiacco e dimesso) sembra proprio che abbia seguito questo consiglio. Irriconoscibile in campo, è come se avesse preferito inspiegabilmente non giocare e rimanere per 90’ negli spogliatoi. E’ questo il modo di affrontare una gara attesa da 11 anni? L’Hellas si è mostrato abulico e impalpabile, senza carattere e con poca voglia di vincere. Scegliete voi l’aggettivo! I tiri in porta della squadra di Mandorlini sono stati praticamente zero.

Ed il Chievo? Zitto, zitto, si è intascato 3 punti d’oro con il minimo sforzo e può darsi gli servano per la sua risalita. Per quanto riguarda lo spettacolo poi, questa stracittadina è stata poverissim di emozioni. Complice senz’altro anche la pioggia che per tutto il giorno è scesa copiosamente. Lo schema dell’Hellas è il consueto 4-3-3. In difesa Romulo a destra e Albertazzi a sinistra, con al centro, la coppia Maietta-Moras. In mezzo Donati fa da play, assistito da Halfredsson e Jorginho. In attacco il solito Toni è coadiuvato da Iturbe e Gomez. Corini per il suo Chievo sceglie un 4-5-1, dove Thereau è l’unica punta.

Pronti-via e la squadra della Diga va subito in gol con Cesar sugli sviluppi di una punizione, ma l’arbitro annulla per fuorigioco abbastanza dubbio. Poco più tardi lo stesso Cesar, si rende protagonista nella sua area per un fallo di mano, non ravvisato dal signor Guida. Stop. Nel primo tempo non c’è altro degno di nota. Il Verona, poco lucido, ha un leggero predominio nell’iniziativa, ma il Chievo è più grintoso e nelle ripartenze è un pelo più convinto. La ripresa viaggia sugli stessi binari della prima frazione. Nulla da segnalare. Quando il match sembra destinato a chiudersi a reti inviolate si accende proprio nei minuti di recupero. Ad Iturbe viene annullato un gol regolare per un presunto fallo di mano e sul capovolgimento di fronte “i mussi” beffano l’Hellas con il gol di Lazarevic. Sconfitta bruciante ma meritata per il Verona. Il Chievo viene premiato per averci creduto fino alla fine ed i suoi quasi 2000 tifosi presenti in Curva Nord hanno potuto festeggiare. In città l’Hellas rimane sempre più avanti come storia, titoli sportivi e numero di sostenitori, ma intanto, grazie all’incontro di ieri, la squadra del quartiere ha messo la freccia almeno a livello di scontri diretti.

Andrea Faedda,
Hellas Verona Style







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